CHIESA DI CAVAGLIO S. DONNINO

Chiesa di Cavaglio San Donnino

La chiesa (1) risalirebbe al XIV sec. e fu sottoposta a successivi rimaneggiamenti nei secoli seguenti. Fu consacrata nel 1517 ed è  dedicata a  S. Donnino (2), martire del III sec. a seguito delle persecuzioni nell’impero romano. Dopo la sua morte gli furono attribuiti eventi miracolosi  tra cui l’aver salvato molte persone dal crollo di un ponte sul fiume Stirone in Emilia Romagna. In valle Cannobina il ponte era il collegamento tra la popolazione dell’alpeggio al più vicino nucleo commerciale di Cannobio.
Per la festa di S. Donnino gli abitanti usavano offrire il pranzo ai sacerdoti officianti (G. M. Grandazzi, 1798).
Fu eretta a parrocchia da Carlo Borromeo, in occasione della sua visita pastorale del 1574, staccandola dalla chiesa matrice di S. Vittore, ordinando nel contempo alcuni lavori di ampliamento. Inizialmente comprendeva anche Gurrone, fino al 1619, quando Gurrone stessa fu eretta a parrocchia da Federico Borromeo.
Carlo Borromeo istituì la parrocchia di Cavaglio su istanza della popolazione che avanzò diverse motivazioni, quali la distanza da Cannobio, i pericoli del viaggio, soprattutto nella cattiva stagione, e l’impegno a versare delle prebende al parroco (supporto economico, legna di faggio e rovere, alimenti, ecc.), e ad assisterlo nella sua attività canonica e pastorale.
Da ricordare, in occasione della visita pastorale del 1574, l’episodio della caduta dalla mula di Carlo Borromeo durante il trasferimento da Cannobio a Cavaglio. Borromeo rimase incolume. L’evento fu ritenuto miracoloso. Fu edificata in ricordo del “miracolo” (3) una cappella. Nel punto della caduta sono pure stati incisi sulla roccia  tre cerchi, facenti parte del simbolo di Casa Borromeo.
Cavaglio fu poi visitata negli anni successivi da Mons. Tarugi (1578) e da Federico Borromeo.
Cavaglio ha l’onore di aver dato i natali a Giuseppe Maria Grandazzi (1734-1816). Fu parroco di Cavaglio S. Donnino dal 1770 al 1804.
Preziosissima la sua opera non solo pastorale e canonica, viaggiatore, “storico”, cronista, appassionato di agricoltura, come emerge dai suoi scritti in cui dimostra anche appassionata competenza:“Giova pure ad un pastore intrecciare discorsi di agricoltura, nella sua parrocchia, ne’ discorsi famigliari ed opportuni e, con similitudini, anche in chiesa; e di armenti, di ortaglie, di erbaggi, vigna, seminerii ben fatti, inserti, prati, pascoli e leggerne libro buono”.
Altra importante personalità di Cavaglio fu il pittore Attilio Andreoli (1877-1950) (4).
Presso Cavaglio si trovano altri manufatti devozionali, tra cui:

  • l’ Oratorio seicentesco di Maria Vergine delle Grazie, detto del “Ri” (5).
    E’ collocato in prossimità di un torrentello. Conteneva un affresco della Crocifissione, ora andato completamente perduto, attribuito ad un discepolo di Gaudenzio Ferrari (~1480-1546), importante pittore del ‘500 piemontese e lombardo. Il Crocifisso segnava l’ultima stazione della via Crucis che iniziava presso la parrocchia di Cavaglio. In origine era una semplice cappella poi sottoposta a successivi ampliamenti. L’Oratorio è stato oggetto di numerose leggende popolari (6).
  • l’ Oratorio di S. Antonio abate
    Si raggiunge risalendo la scalinata in direzione Olzeno.
  • l’ Oratorio dedicato alla Addolorata presso la corte di Olzeno

INFORMAZIONI SUL PAESE

Le prime informazioni sul paese (oggi frazione del comune di Valle Cannobina) (7) risalgono all’anno 1000. Già allora i canonici di Cannobio si recavano a Cavaglio per svolgere l’attività pastorale.
Il paese è adagiato su un terrazzo morenico un tempo coltivato a vite.
Si osservano case tipiche addossate l’una all’altra con portici, anditi, affreschi murali.

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