[POST] La cappella di Lego e l'importanza del contesto
[POST FACEBOOK DEL 5 MAGGIO 2023]
Lungo i sentieri delle nostre valli un vecchio albero, un rudere, un panorama inaspettato, a volte un semplice fiore o altro, incrociano a sorpresa il nostro cammino e ci regalano immagini la cui bellezza è fonte di grande meraviglia e stupore. Dovendo continuare il cammino a volte ce ne distacchiamo con dispiacere. Certo si può sempre fare una bella fotografia da rivedere con calma a casa.
Eppure, anche quando la foto è ben riuscita, non susciterà mai le stesse emozioni. Manca qualcosa. E questo qualcosa è il contesto dell’oggetto fotografato: l’ambiente, l’insieme del paesaggio, tutto ciò che lo circonda e con cui è in stretto rapporto.
È un po' quello che si prova rivedendo le immagini fotografiche alla cappella di Lego, collocata sull’altura di un piccolo e antico alpeggio sopra Spoccia (circa 45 m), e che mette in bella mostra sulla parete interna un bel dipinto su pioda di Madonna con bambino, recentemente oggetto di restauro.
Anche con le migliori foto è impossibile riprodurre tutte le sensazioni che regala l’insieme di elementi di cui la cappelletta fa parte: il bosco circostante, quanto resta dei vecchi pascoli o dei lavori dei montanari, il panorama che spazia sui monti circostanti, il fascino di non completamente dimenticate leggende evocate dalla pioda dipinta.
Per questo allora è sempre bello ritornarci, e illudersi, con altre fotografie, di poter poi rivivere a casa le stesse emozioni che solo sono riservate a chi raggiunge l’alpeggio e la sua cappelletta. È un po' la stessa differenza che correrebbe tra il vedere la pioda dipinta in un museo piuttosto che nel contesto naturale dove è stata collocata dall’opera dell’uomo.