[POST] Il bosco a cui siamo grati
[POST FACEBOOK DEL 26 FEBBRAIO 2021]
Sono passati cinque mesi dalla spaventosa notte del 2 ottobre 2020, nella quale il Toce, rompendo gli argini lungo il suo tratto meridionale, invase la pianura della Bassa Ossola, con un’onda di piena che non avrebbe risparmiato paesi e campagne, pascoli e boschi. Ci vorrà molto tempo perché l’uomo e la natura riescano a cancellare le cicatrici di quel drammatico evento.
Sono, allora, la nostalgia e la fiduciosa attesa a guidare lo sguardo verso la rassicurante macchia verde che delimita il territorio di Premosello Chiovenda, un bosco pianeggiante di quasi 23 ettari, che dal 1990 fa parte dell’Oasi Naturale Didattica gestita dal WWF. L’area protetta custodisce una ricca varietà di specie vegetali. Tigli selvatici, frassini, querce, pioppi, salici, ontani bianchi, olmi di montagna, aceri, ciliegi, oltre ad arbusti ed erbacee autoctone ed esotiche, sono l’habitat di numerose specie di uccelli migratori e svernanti, coloratissime farfalle e altri invertebrati, ungulati e piccoli predatori.
Il tesoro custodito dal Bosco Tenso non risiede, però, solo nel valore paesaggistico e ambientale. È il nome stesso a suggerirlo. Citato negli Statuti della Comunità di Premosello del 1572 e, forse, già in quelli, oggi perduti, del 1368 come area vincolata: “Nessuno…osi tagliare legna o raccogliere qualsiasi foglia… e asportarli da detti luoghi tensati”.
Ancora, nel 1833, i bandi comunali sancivano che “è vietato a chiunque far pascolare negli imboschimenti ed erbosi alluvionati comunali lungo il Toce, tanto più far strame, asportare legna verde, erba, fogliame verde o secco, vimini, cespugli, ecc.”. Il bosco proteggeva dalle alluvioni i terreno coltivati, il bene più prezioso per gli abitanti della piana, che nel corso dei secoli hanno preservato questo argine naturale, riconoscendolo con apposite leggi e multando severamente i trasgressori.
Rivolgere uno sguardo a questo scorcio di paesaggio e comprendere il significato del suo nome ci può aiutare a preservare il futuro.
GRAZIE BOSCO TENSO
Testi (febbraio 2021) e foto (inverno 2019/2020) di Anna Fachin