[POST] Valle Cannobina: non solo piante in fumo
[POST FACEBOOK DEL 10 APRILE 2021]
Immagini di distruzione e desolazione si susseguono senza tregua. Ma la sensazione di immobilità e silenzio che trasmettono generano ulteriore profonda angoscia e la consapevolezza di una perdita irrecuperabile.
Anche l’inconfondibile voce del bosco, il fruscio del vento fra le foglie, lo scricchiolio dei rami o dei vecchi tronchi, il canto degli uccelli o la presenza degli animali, non facciamo fatica a immaginarcela scomparsa.
Ma sono cancellate anche molte vestigia di architetture perfettamente integrate con l’ambiente e testimonianza di storie di uomini e donne la cui vita è sempre stata legata al bosco.
La generale commozione, anche da parte di gente non del luogo, è forte e positivo segno del sempre più diffuso bisogno di aver cura del proprio habitat. Importante premessa da cui può nascere una nuova e concreta energia per proteggere le foreste e i boschi, già fortemente penalizzati dallo spopolamento delle Valli.
L’uomo e il bosco: da sempre binomio indissolubile. Ora più che mai ciascuno non può più fare a meno dell’altro.
Nelle foto (di Alberto Bergamaschi) la potenza evocativa del bosco in alcune pitture del verbanese Paolo Chiodoni