[POST] Burocrazia d'altri tempi

[POST FACEBOOK DEL 1 MARZO 2022]

Due documenti del 1828 ci offrono un esempio di quanto le Istituzioni provinciali e la relativa burocrazia fossero allora d'una efficienza oggi impensabile. Coi mezzi odierni in cui tutto è immediato, dalla domanda alla visione diretta persino con un WhatsApp, questo “pezzo di carta” non sarebbe neppure considerato, eppure....
Lo testimoniano due brevi documenti ritrovati da Alberto Bergamaschi, in cui tale Pietro Martinazzi, cinquantenne, chiede al Sindaco di Orasso Domenico Minogio (sic) autorizzazione ad aprire una cava di calce in zona Albignago (oggi alpe Bognago) per il tempo necessario ai lavori di ristrutturazione della sua baita. Assieme alla calce il Martinazzi chiedeva anche il legname bastante per la cottura della stessa. In pratica un'attività da aprire, svolgere e chiudere ad esigenza soddisfatta.
 
Nei documenti allegati si può evincere il ruolo dei vari attori: richiedente, Sindaco di Orasso, l'Ispettore dei boschi Viani e l'Intendente Zaccheo della provincia. Dalla domanda alla risposta passarono 2 giorni. (30 settembre - 1° ottobre).
 
Fanno pensare le competenze di ciascuno dei personaggi, segno di una responsabilità e decisionismo che allora non prevedevano, ombre, timori per denunce di abuso d'ufficio e ridondanze varie che oggi purtroppo frenano tali pratiche. Oltretutto a causa di sovrapposizioni di competenze, uffici, tecnici, pareri ambientali e quant'altro un'analoga concessione richiederebbe tempi sicuramente molto più lunghi, oltre al coinvolgimento di diverse figure professionali. Tutta burocrazia che si tradurrebbe inevitabilmente in un maggior costo dell'intera operazione. E comunque il Martinazzi ottenendo i permessi in poco tempo utile per la lavorazione nella stagione favorevole, (e come lui si pensa molti) contribuiva a soddisfare sì le proprie esigenze, ma nel contempo mantenere in efficienza i fabbricati rurali sparsi per le montagne al contrario di oggi dove avvengono due scelte: o sistemare la baita con le caratteristiche ed i confort di un'abitazione stravolgendone l'architettura oppure per burocrazia ed anche per comproprietà spesso complessa, abbandonare il fabbricato al degrado assoluto.
 
 
Testo di Gim Bonzani
 
Foto documenti 1 e 2 di Alberto Bergamaschi
Foto 3: veduta aerea della località Suesca e Ghilone, nei pressi dell’alpe Bognago, in una foto scattata da ricognitori elvetici nel 1953

 

 

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