[POST] C'era una volta una cappella
[POST FACEBOOK DEL 20 MARZO 2022]
Il camminatore che vuole raggiungere Orasso da Spoccia deve percorrere il sentiero (tratto di Borromea) che, dopo aver attraversato il Rio Gridone, sale particolarmente ripido. Poco prima del paese, dove il sentiero concede un po’ di sollievo, venne edificata una cappella, detta appunto dell’Erta, vivida testimonianza della religiosità popolare, ma anche comodo punto di sosta.
Era una tipica struttura con porticato che già negli anni '20-30 del novecento veniva progressivamente cancellata dall’invasività del bosco e dall’abbandono dell’uomo.
Doveva essere una delle più belle del Paese.
In alcuni scritti non pubblicati di Giovanni Mazza, risalenti ai primi anni '90, la cappella viene così descritta: "La navata era chiusa da un artistico cancello in ferro battuto e sulle pareti interne erano state affrescate le immagini di S. Rita, S. Pietro, S. Carlo, pargoletti alati e altre immagini decorative. Al centro del soffitto, dipinto del colore del cielo, era affrescata l’immagine dello Spirito Santo sotto forma di colomba dalla quale irradiavano raggi dorati. Il portichetto era sostenuto da pilastri in pietra naturale rivestiti da spallette di granito. Il tetto, tipicamente in piode, poggiava su un'orditura in legno ottimamente squadrato. Alla base della parete era costruita una panchina sulla quale le nonne e le mamme facevano la "ponsa", cioè si riposavano qualche minuto al ritorno dal Rio Orasso (o del Gridone), dove si recavano a fare la "bigada", cioè il bucato.".
Oggi della Cappella dell’Erta rimane ben poco: alcuni sassi sparsi o ammucchiati ai lati del sentiero.